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Allergie e intolleranze alimentari. Due fenomeni diversi e il ruolo dell'alimentazione

18.05.2022

Quando veniamo contattati per una consulenza o un piano nutrizionale, alla domanda di routine “ci sono sospetti di allergie o comunque reazioni avverse al cibo accertate?” una risposta troppo frequente è “si”. Alla successiva domanda, "a cosa il cane è allergico o intollerante", le risposte che vanno per la maggiore sono due: “al pollo” e “un po’ a tutto”.

Da questa tipologia di riposte, denotiamo chiaramente due cose: la prima è che c’è un problema diffuso di autodiagnosi di quelli che, invece, sono problemi medici e che quindi dovrebbe essere un medico veterinario a identificare e risolvere, la seconda è che lo si fa senza conoscenze e senza cognizione di causa. Sintomi generici come prurito, arrossamento della pelle, diarrea o flatulenze, prima di essere collegate all’alimentazione in rapporto di causa-effetto, hanno bisogno di essere inquadrate sistemicamente per escludere tutta un’altra serie di cause più specifiche e anche più frequenti.

Se da un lato, infatti, la sempre maggiore attenzione alla qualità del pet food da parte del consumatore ha portato a documentarsi e a maturare quindi una certa consapevolezza, dall’altro abbondano le fonti di informazioni poco rigorose, fuorvianti e poco oneste che altro non fanno se non creare disinformazione. 

E' quantomeno improbabile, per non dire impossibile che un cane o un gatto sia allergico un po' a tutto così come non può essere allergico alla carne o al pesce in generale. Sia le allergie che le intolleranze, più generalmente le reazioni avverse al cibo (RAC) sono sempre dirette verso molecole ben precise. E' vero che un soggetto può avere ipersensibilità multiple, ma che sia ipersensibile a tutto, all'atto pratico è poco realistico. Si tratta verosimilmente di una conclusione errata.

Intolleranza alimentare e allergia alimentare sono due fenomeni profondamente diversi. Si parla di allergia quando è chiamato in causa il sistema immunitario che reagisce nei confronti di alcune sostanze che ritiene, erroneamente, dannose per l’organismo. Affinché si abbia l’attivazione del sistema immunitario, la condizione necessaria è che la molecola incriminata (allergene) sia una proteina o quantomeno di natura proteica. Questo è il caso tipico delle allergie a certi carni o certi pesci in cui il sistema immunitario dell'animale è come se riconoscesse dannose le proteine animali in questione creando tutta una serie di problemi abbastanza tipici.  Anche una piccolissima quantità di allergene può innescare la sintomatologia allergica che non è quindi dipendente dalla quantità dell’allergene.

L’intolleranza, invece, non è provocata dal sistema immunitario ma le reazioni che si scatenano sono prevalentemente di tipo metabolico e coinvolgono maggiormente, a volte esclusivamente, l’apparato digerente. Queste possono dipendere da carenza di un enzima (intolleranze enzimatiche, come avviene ad esempio nel caso del lattosio) o per una reazione diretta di certe sostanze (intolleranze farmacologiche, come quelle di certi additivi chimici o a seguito di ingestione di cibi ricchi di istamina o molecole simili). Le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, sono dose-dipendenti, ovvero c’è una quantità di alimento limite, del tutto soggettiva, oltre la quale si ha lo sviluppo della sintomatologia ma sotto la quale il cane o il gatto non mostrano minimamente segni di essere soggetti intolleranti. Questo può tornare utile, ad esempio, se parliamo di cereali, glutine o fonti di amido in generale, spesso infatti può non essere necessario addentrarsi nel percorso delle diete da privazione ma riusciamo ad ottenere ottimi risultati semplicemente diminuendo l’apporto dell’ingrediente incriminato che risulta sempre eccessivamente rappresentato negli alimenti di bassa qualità. Aumentando la qualità dell’alimento che destiniamo ai nostri amici poi, sgombriamo il campo anche da altre variabili implicate nell’insorgenza di RAC come i residui farmacologici nelle carni, certi additivi nutrizionali, coloranti e conservanti non naturali: tutti fattori che, oltre a non indicare particolare qualità dell’alimento, possono portare problemi specialmente se consumati nel lungo periodo.

Esempio pratico: se il vostro cane mangia un alimento di questo tipo



e manifesta piccoli problemi dermatologici o digestivi, o addirittura pensate possa avere qualche allergia o intolleranza alimentare, prima di andare dal veterinario o tantomeno avventurarvi in randomici cambi di alimenti, potrebbe valer la pena cambiare alimento a tutto vantaggio della qualità delle materie prime, diminuendo drasticamente i cereali e il glutine, togliendo di mezzo anche coloranti e conservanti non naturali e non meglio specificati, che spesso sono associati a reazioni avverse al cibo:



L’altra cosa positiva e che forse potrà stupirvi, è che non è assolutamente detto che l’alimento sopra, oggettivamente di qualità superiore oltre che nutrizionalmente più appropriato, costi necessariamente di più, anzi.

Quello delle allergie nel cane e nel gatto è un problema che nel reale va quindi notevolmente ridimensionato rispetto al percepito, addirittura si arriva a considerare soggetti già allergici o in generale affetti da RAC, tutti quei cani che appartengono ad esempio a razze maggiormente predisposte. E’ verissimo che esistono razze in cui statisticamente il problema si presenta con maggior frequenza, come ad esempio Labrador retriever, Golden r., West Highland White Terrier, Boxer e Carlino ma fino a prova contraria un cane o un gatto dovrebbero essere considerati sani anche e soprattutto perché il ricorso ad alimenti strettamente monoproteici, o a formulazioni “ipoallergeniche” somministrate magari anche per lunghi periodi, non fa altro che aumentare la probabilità che il cane si sensibilizzi e sviluppi una reazione avversa al cibo. Gli alimenti monoproteici sono gli alimenti di elezione nell’iter diagnostico delle RAC, giocarseli in autonomia, a priori e senza motivo significa dover rinunciare all’arma più efficace nel momento in cui ce ne fosse reale bisogno.

Che cosa fare quindi se si sospetta che il proprio cane, meno frequentemente il proprio gatto, soffra di reazioni avverse al cibo?

La prima cosa da NON fare è avventurarsi in cambi di alimentazione randomici, magari diverse tipologie di alimenti nel giro di poche settimane ma recarsi dal proprio veterinario che dovrà diagnosticare come alimentari le cause dei problemi che avete notato. A questo punto la cosa più logica e più sicura per risolvere la situazione (i test sierologici sono ancora troppo poco affidabili, molto sensibili e poco specifici) è intraprendere il percorso della dieta privativa sotto iniziativa e controllo del medico stesso che, dopo aver visitato il vostro amico, fatto le dovute analisi, raccolti i dati per l’anamnesi generale e alimentare, inizierà il percorso attraverso le sue fasi.

Da parte vostra dovete solo attenervi scrupolosamente alle indicazioni evitando accuratamente di dare al vostro amico cibi di altra natura come bocconi da tavola, biscotti, snack e premietti in generale, pezzi di pane, ecc, per tutta la durata della fase privativa.

Se invece sapete già che il vostro cane o il vostro gatto è un soggetto con specifiche RAC e state cercando un alimento di qualità perfettamente adatto a lui,  attraverso i nostri Wizard guidati potete trovare alimenti secchi e umidi che non contengano uno o più ingredienti specificati:

Wizard Cane

Wizard Gatto

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